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1860 (1933)

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1860 (1933)



Regia/Director: Alessandro Blasetti
Soggetto/Subject: Alessandro Blasetti, opera
Sceneggiatura/Screenplay: Gino Mazzucchi, Alessandro Blasetti
Interpreti/Actors: Giuseppe Gulino (Carmelo Trau, detto Carmeliddu), Aida Bellìa (Gesuzza Trau), Gianfranco Giachetti (Padre Costanzo), Totò Majorana (padre di Rosuzza), Mario Ferrari (colonnello Carini), Vasco Creti (uomo sul treno con opinioni da conservatore), Cesare Zoppetti (signore con gli occhiali sul treno), Ugo Gracci (mazziniano), Otello Toso (soldato piemontese), Maria Denis (Clelia), Laura Nucci (ragazza siciliana in carcere), Umberto Sacripante (patriota al caffè della Marina), Amedeo Trilli (contadino siciliano), Arnaldo Baldaccini, Aldo Frosi, Nais Lago, Andrea Checchi (altro soldato), Luigi Erminio D'Olivo (patriota al caffè della Marina), Turi Pandolfini (vecchietto al circolo siciliano), Arcangelo Aversa (Nino Bixio), Leo Bartoli, Franco Brambilla, Memmo Carotenuto, Carlo Chertier, Alfredo Fiorentini, Gastone Ror, Amedeo Vecci, Pietro De Maria (bambino)
Fotografia/Photography: Anchise Brizzi
Musica/Music: Nino Medin
Costumi/Costume Design: Vittorio Nino Novarese
Scene/Scene Design: Angelo Canevari, Vittorio Cafiero
Montaggio/Editing: Alessandro Blasetti
Suono/Sound: Vittorio Trentino
Produzione/Production: Cines-Pittaluga
Distribuzione/Distribution: Anonima Pittaluga
censura: 27879 del 31-08-1933
Altri titoli: 1860, 1860: i mille di Garibaldi, I mille di Garibaldi
Trama: Sicilia, 1860. I picciotti, patrioti antiborbonici, si rifugiano sui monti, mentre i reggimenti di mercenari stranieri assoldati da Francesco II compiono stragi e rappresaglie. Un giorno, nell'accampamento dei ribelli arriva un frate che annuncia l'imminente arrivo di Garibaldi nell'isola. Il giovane Carmeliddu, congedatosi dalla fidanzata Gesuzza, parte a cavallo per il continente: scelto come emissario dagli insorti, egli dovrà raggiungere Genova per informare il generale della situazione in Sicilia. Poco dopo la partenza del ragazzo, i mercenari borbonici, che sono riusciti a localizzare l'accampamento, catturano i ribelli. Intanto, Carmeliddu sbarca fortunosamente a Civitavecchia e, con l'aiuto di alcuni patrioti, continua il suo viaggio verso Genova prima in calesse e poi in treno. Al villaggio di Carmeliddu iniziano le fucilazioni dei patrioti. Anche Gesuzza rischia di essere uccisa, ma all'ultimo momento viene graziata dal sovrano. Giunto finalmente a Genova, Carmeliddu incontra il colonnello Carini cui comunica che la popolazione siciliana, stanca delle continue vessazioni, è pronta a insorgere. Garibaldi, dopo vari ripensamenti e nonostante le perplessità del governo piemontese, decide finalmente di partire. Salpati da Quarto, i Mille sbarcano a Marsala e col decreto di Salemi il generale si proclama dittatore in nome di Vittorio Emanuele II. Intanto, i picciotti formano una processione dietro la statua di un santo. Quando il corteo dei siciliani si unisce ai Mille, Carmeliddu e Gesuzza possono riabbracciarsi. A Calatafimi gli isolani insorti e i garibaldini affrontano assieme le truppe borboniche, sconfiggendole. Ai giorni nostri, alcuni allievi della Farnesina salutano militarmente dei veterani garibaldini.

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